domenica 22 settembre 2019

Giulia De Lellis spiegata alla gente normale


Non solo regine del passato: è giunto il momento di parlare anche di regine del presente!
E perché non iniziare dunque da una donna che, seppur giovanissima, è una delle regine delle influencer italiane, ma soprattutto l'attuale regina dell'editoria del Bel Paese?
Si tratta naturalmente di Giulia De Lellis, che ha battuto il nuovo Stephen King nella classifica dei libri più venduti in Italia con l'autobiografico “Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!”.
Il successo editoriale è stato possibile grazie al vasto numero di follower sui social media, Instagram in primis: 4,2 milioni, un'enormità. Praticamente come l'intera popolazione del Piemonte.
Per fare qualche confronto, Salvini, di cui tutti conosciamo l'influenza mediatica, ha 3,8 milioni di seguaci su Facebook. Roberto Saviano, per scomodare uno scrittore di grande successo, ne ha 2,5 sullo stesso social media. Insomma se in politica avessimo un leader tanto influente quanto lo è la De Lellis probabilmente non avremmo continue crisi di governo.

Quel che deve sorprendere non è quindi il successo editoriale della ragazza, visto il numero di seguaci: il vero mistero sono i 4 milioni di persone che seguono questa 23enne romana.
Anche perché, come sempre più spesso accade oggi, non sono le opere di una persona ad attirare estimatori, ma sono gli estimatori stessi che generano altri estimatori.
In poche parole: l'influencer non è come un cantante, un attore, uno sportivo o un politico, in grado di attirare le folle per un'impresa o un pensiero; l'influencer vende molto perché ha molti follower. Eppure ci deve essere stato un primo follower, e poi il primo centinaio e quindi migliaio di follower che di propria e spontanea volontà hanno deciso di seguire un personaggio invece che un altro.
Arrivati poi a una certa cifra si diventa influencer e la gente comincia a seguirti soltanto perché sei influente.
Ho voluto quindi guardare velocemente chi sono questi oltre 4 milioni di italiani: naturalmente non tutti, non ho milioni di minuti a disposizione per farlo.
Ma scorrendo i nomi, non ho potuto fare a meno di vedere molti profili senza foto che guarda caso, non avevano follower ma erano follower di Giulia de Lellis. Ne ho trovati alcuni che non si sono nemmeno sforzati di seguire qualche altro personaggio. Questi sono quelli che si definiscono profili fake, creati in pochi secondi per aggiungere “like” e “follower” a profili importanti.
Naturalmente ce ne sono alcuni leggermente più accorti, che si sono presi la briga, già che c'erano, di seguire anche il profilo di Francesco Damante, Luciana Littizzetto e Michelle Hunziker, tutti volti Mediaset.
Ma alla fine, questi profili palesemente fake, sono poi una piccolissima percentuale dei 4,2 milioni di seguaci della ragazza. Ciò significata che la ragazza è stata aiutata un pochino, ma la maggior parte del lavoro l'abbiamo fatta noi. Noi l'abbiamo resa una persona in grado di influenzare le scelte (gli acquisti, in questo caso) delle persone. E poi diciamocelo, le corna possono stare su tutti, ma è sempre meglio e più interessante che le abbiano gli altri.

sabato 20 luglio 2019

Una principessa del Liechtenstein

Elisabeth von Gutmann

Immaginate la Vienna di fine Ottocento, quella dei caffé, della psicanalisi, di Klimt...
Ecco è lì che nacque Elisabeth, ebrea di origine morave. Sposò un barone ungherese che morì giovanissimo. Prestando soccorso ai soldati durante la prima guerra mondiale conobbe il principe del Liechtenstein, che s'innamorò subito di lei e volle sposarla, ma ad ostacolare la favola ci fu il fratello, principe regnante, che non vedeva di buon occhio l'unione. Così i due innamorati dovettero aspettare 14 lunghissimi anni e la morte del principe per sposarsi. Elisabeth divenne Principessa di Liechtenstein in quanto moglie di Franz I. 

Allo scoppio della seconda guerra mondiale il principe abdicò: morì tre mesi dopo e lei, ebrea, si ritirò prima in Svizzera e poi in Austria, e fu la prima principessa del Liechtenstein ad essere sepolta nella cappella di Vaduz.
 




martedì 2 luglio 2019

La ricchezza del Liechtenstein? Merito di Napoleone


Il principe del Liechtenstein (che ha recentemente abdicato in favore del figlio) è uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di dollari e i suoi connazionali (assi pochi, meno di 40.000) detengono il più alto reddito procapite del mondo.

Se oggi questo minuscolo stato è indipendente lo si deve a un processo di indipendenza nato durante le invasioni napoleoniche che scissero molti grandi imperi e regni europei in favore di entità politiche più egemoni dal punto di vista culturale, linguistico e politico.
Il titolo è volutamente provocatorio, ma è proprio con Napoleone che questo principato intraprese la propria scalata verso la sovranità.



Luigi, reggente del principato.
L'attuale dinastia di questo stato prende il nome dall'omonimo castello in Austria, di cui la famiglia fu in possesso dal 1140 circa. Attraverso i secoli, la famiglia acquisì nuovi territori in Moravia e Austria e fece parte prima del Sacro romano impero e poi dell'impero asburgico.
Solo nel 1712 la famiglia ottenne la contea di Vaduz, attuale territorio a cui oggi associamo il nome Liechtenstein e fu durante le invasioni napoleoniche (1806) che il principato divenne indipendente e dal 1868 non fu più vincolato in alcun modo alla Confederazione germanica.
Finalmente emancipato dagli antichi oppressori, il principato decise di volgere lo sguardo alla confinante Svizzera, alla quale confidò la propria difesa armata, entrò in Unione doganale con la stessa e ne adottò la medesima moneta.

La grande crisi finanziaria all'alba del nuovo secolo colpì duramente anche la Svizzera e allora il Liechtenstein ebbe l'audace idea di varare una legislazione che permettesse il segreto sui clienti e sui conti bancari. Da allora il minuscolo stato è conosciuto come un paradiso fiscale.
Dopo la seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia, espropriò la totalità dei possedimenti ereditari della dinastia dei Liechtenstein in Boemia e Moravia.  Tali espropriazioni sono ancora oggi discusse presso la Corte internazionale di giustizia.

domenica 30 giugno 2019

Perché alcuni regnanti sono sepolti in paesi lontani?

I regnanti del Liechtenstein sono sepolti in Moravia, gli ultimi Borbone di Francia in Italia, perché?


In pochi probabilmente sanno che la figlia della più celebre regina di Francia, Maria Antonietta, è sepolta a Gorizia.
Ebbene, i Borboni sopravvissuti alla rivoluzione francese vissero decenni in esilio prima di poter tornare in Francia. A salire al trono come re di Francia furono Luigi XVIII e Carlo X, entrambi fratelli anziani del ghigliottinato Luigi XVI.
La figlia di quest'ultimo sposò il figlio di Carlo X (il matrimonio tra cugini era possibile) e visse prima a Parigi e poi in giro per l'Europa quando il re francese fu costretto a fuggire a causa di un'altra rivoluzione. Con l'Europa colpita da un'epidemia di colera, Carlo X decise di insediarsi a Gorizia, città allora dell'impero austriaco, consigliatagli per il clima mite e salubre. Vi morì pochi mesi dopo, naturalmente di colera.
Poco prima di morire espresse il desiderio di farsi seppellire nel monastero che vedeva dalla finestra della sua camera. Lo stesso desiderio fu espresso dal figlio e dalla nuora, anche loro morti in quelle zone e comunque lontani dalla loro Versailles.
Ecco perché oggi il monastero di Castagnavizza ospita la cripta dei Borboni e le spoglie di quello che è l'ultimo re di Francia.
Il monastero di Castagnavizza



Diversa sorte quella dei I principi del Liechtenstein, sepolti in Repubblica Ceca.
Massimiliano del Liechtenstein (1578-1645), uno dei primi e più importanti membri di questa dinastia, sposò Katarina Šemberová di Boskovice e Černá Hora, nobildonna morava che gli portò in dote tantissime terre situate nell'attuale Repubblica Ceca e nell'allora impero austriaco.
Fu questa coppia a fondare un convento nel piccolo villaggio di Vranov, vicino a Brno e adibirlo a cripta familiare. Da allora, per quasi quattro secoli, tutti i principi del Liechtenstein furono sepolti lì.
Solo dal 1947, con la definitiva perdita dei territori al di fuori dell'attuale Liechtenstein, i principi adottarono come luogo di sepoltura l'attuale cappella.

giovedì 5 luglio 2018

Maria de' Medici, la madre odiata

 Maria de' Medici


Maria de' Medici (Firenze, 26 aprile 1575 – Colonia, 3 luglio 1642) fu regina di Francia dal 1600. Era figlia di Francesco I De' Medici, innamoratosi perdutamente di Bianca Capello e come lei vittima di una fine misteriosa. Maria rimase orfana a 6 anni e per anni rifiutò di prendere marito perché un'indovina le aveva predetto che avrebbe sposato il re di Francia. E così fu: Maria, a 28 anni sposò Enrico IV, ex marito di Margherita di Navarra e gli diede 6 figli. Costretta a vivere a Saint-Germain con l'amante del marito, accettò pure di vedere crescere i propri figli con quelli delle amanti del marito finché Enrico IV non fu assassinato da un fanatico cattolico, così com'era successo a Enrico III. Maria fece da reggente al figlio Luigi XIII che non l'amò perché fin da piccolo Maria gli aveva preferito il secondogenito, il più scaltro e dinamico Gastone. Luigi così la fece rinchiudere a Blois, da dove Maria riuscì a scappare calandosi con delle funi per poi per dichiarare guerra al figlio. Conciliatisi, vissero pacificamente per 10 anni grazie alle doppiezze del cardinale di Richelieu, da lei prima appoggiato e poi odiato, tanto da finire esiliata per la seconda volta, a Compiègne: complottò con il secondogenito Gastone e poi andò di corte nemica in corte nemica per aizzare tutti contro il figlio e per morire poi sola e abbandonata a Colonia. Di lei rimangono il bellissimo Palazzo del Luxembourg e gli annessi giardini.

domenica 1 luglio 2018

La Regina Margot


Margherita di Navarra


La figlia più bella (e sana) di Caterina de’ Medici fu l’unica a non andare in sposa a qualche principe straniero: suo marito sarebbe stato Enrico di Navarra, principe ugonotto. Le sue nozze, come abbiamo già visto, non sono state che un’esca per eliminare i leader ugonotti che reclamavano più libertà.




Praticamente spinta nelle fauci del lupo dalla stessa madre e dal fratello, l’altro fratello, Enrico III, fece uccidere il suo amante e poi i l suo innamorato di gioventù, Enrico di Guisa, leader del partito ultracattolico.

Insomma, la povera ragazza era sola al mondo, e i suoi familiari erano anche i suoi peggiori nemici. Visse per un po’ tra il Louvre e il nuovo palazzo delle Tuileries, al fianco di un marito che non amava (non era bello e non si lavava, secondo i contemporanei) e che per di più la tradiva pubblicamente con una Charlotte de Sauves che era stata mandata da Caterina anche nel letto del figlio minore.

Il marito riuscì infine a fuggire da Parigi senza dirle nulla. Dopo due anni le fu caldamente consigliato di raggiungere il marito: non ne aveva molta voglia, ma forse, lontano da Parigi, sarebbe stata più libera. E così fu. 
Il marito si mostrò più galante di quanto pensasse e così Margherita passò a Nerac anni felici e liberi.

Nerac
Caterina allora intervenne: richiamando la figlia a Parigi sperava di attirare anche Enrico, ma così non fu. Margherita si trovò un amante e il marito decise di ripudiarla privatamente. Così Margherita lo lasciò pubblicamente, cominciando a viaggiare da una città all’altra, senza fermarsi mai. Raggiunta dalle guardie reali, fu rinchiusa nel castello di Usson, dove cominciò a scrivere le proprie memorie: era la prima donna della storia a farlo. Scrisse anche un libello femminista ed ebbe come alleata una bibliotecaria molto speciale: la letterata e filosofa Marie de Gournay. Possiamo dire che l’idea stessa di femminismo nascque proprio grazie a queste due donne. Margherita così guadagnò imperitura fama letteraria, ma perse definitivamente la corona francese: il marito la ripudiò e si sposò Maria de’ Medici, naturalmente parente di Caterina.

martedì 26 giugno 2018

Caterina de' Medici: la fine


Quanto si sentì responsabile del sangue versato durante i massacri della notte di San Bartolomeo il re Carlo IX? Non lo sappiamo, ma il giovane sovrano si spense di tubercolosi a soli 23 anni, senza eredi, appena due anni dopo quei terribili fatti.

Al trono salì dunque suo fratello con il nome di Enrico III, già re di Polonia. La sua ascesa, benché legittima, fu però accompagnata da spargimenti di sangue.
Da quando infatti era diventato re di Polonia, appena un anno prima, suo fratello aveva ordito una congiura per salire al trono e ad appoggiarlo c'era anche la sorella, Margherita di Navarra, e l'amante di quest'ultimo, che finì giustiziato.
Era però normale e lecito che Enrico rinunciasse al trono di Polonia per salire a quello francese all'età di 23 anni.
Enrico era il figlio preferito di Caterina de' Medici e non fu difficile per lei mantenere un ruolo politico importante. 
Ma Enrico, benché più acuto dei suoi fratelli, era anche vittima di frequenti sbalzi d'umore che si riflettevano sul suo operato. Ma soprattutto amava farsi circondare da mignon, giovani favoriti della piccola nobiltà a cui veniva data la possibilità di fare carriera a corte.
Sotto certi aspetti il suo regno anticipò alcuni elementi di quello del Re Sole: feste memorabili, tentativo di avvicinare la piccola e media nobiltà, rispetto di una rigida etichetta di corte...
Secondo molti storici però i mignon erano più che favoriti e i suoi ricevimenti spesso confinavano in orge...come quella del 1577 a Plessis-Les-Tours dove gli uomini erano vestiti da donne e le donne da uomini. 
Tre settimane dopo Caterina rispose con un banchetto altrettanto scandaloso, come a voler dichiarare la propria approvazione.

mercoledì 20 giugno 2018

Caterina de' Medici: la regina di sangue


1572: per consolidare la pace tra cattolici e protestanti Maria decide di sacrificare la figlia Marguerite alla causa di Stato e darla in sposa all'erede della famiglia nobile ugonotta (cioè protestante) dei Navarra. Peccato che lei fosse innamorata di Enrico di Guisa, figlio del'intransigente cattolico Guisa ucciso pochi anni prima da un fanatico protestante.
Niente da fare: Margherita deve sposare il protestante.
La madre di quest'ultimo pone come condizione perfino la conversione di Margherita, ma questa rifiuta. Lei rimarrà cattolica, lui protestante. Durante la loro messa nuziale lei entrerà a Notre-Dame, lui rimarrà sul sagrato.
Il mondo cattolico intero è contro a questa unione ma Caterina sa che è l'unico modo per conciliare una Francia divisa. 
Margherita ed Enrico di Navarra

Nel frattempo Carlo IX ha cominciato a dimostrare finalmente qualche ambizione politica e si sceglie come consigliere Coligny, capo del partito protestante, presto vittima di un attentato dal quale esce miracolosamente illeso.
Chi è il mandante? Gli ultracattolici Guisa che non accettano l'influenza politica di un protestante o la stessa Caterina, consapevole che questa influenza avrebbe portato a una guerra contro la cattolica Spagna? 

Non lo sapremo mai...
Caterina e i suoi consiglieri quindi mettono al corrente il figlio di un grande complotto ugonotto che mira a sterminare l’intera famiglia reale durante i festeggiamenti del matrimonio tra Enrico di Navarra e Margherita.
Se questo complotto ci fosse o meno, è un'altra questione che non sapremo mai con certezza; ma di certo, dopo il tentativo fallito di eliminare Coligny, il partito ugonotto è furioso e desideroso di vendetta.
Così Carlo IX usa il matrimonio della sorella come esca: tutti i più importanti nobili e militari protestanti sono al Louvre, non sarebbe stato difficile eliminarli. Sono gli stessi Enrico di Guisa e il fratello del re a instigare una rappresaglia ma la situazione sfugge di mano: quella che doveva essere l'eliminazione di pochi uomini scelti (compreso Coligny, per grande dispiacere del re), si arriva al massacro di qualcosa come 10.000 o 30.000 innocenti, compresi donne e bambini in quella notte del 24 agosto del 1572, passata alla storia come la notte sanguinosa di San Bartolomeo.
Qualche giorno dopo il re si presenta al Consiglio per giustificarsi dicendo che “era stato costretto a intervenire per bloccare una congiura”.

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