martedì 2 luglio 2019

La ricchezza del Liechtenstein? Merito di Napoleone


Il principe del Liechtenstein (che ha recentemente abdicato in favore del figlio) è uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di dollari e i suoi connazionali (assi pochi, meno di 40.000) detengono il più alto reddito procapite del mondo.

Se oggi questo minuscolo stato è indipendente lo si deve a un processo di indipendenza nato durante le invasioni napoleoniche che scissero molti grandi imperi e regni europei in favore di entità politiche più egemoni dal punto di vista culturale, linguistico e politico.
Il titolo è volutamente provocatorio, ma è proprio con Napoleone che questo principato intraprese la propria scalata verso la sovranità.



Luigi, reggente del principato.
L'attuale dinastia di questo stato prende il nome dall'omonimo castello in Austria, di cui la famiglia fu in possesso dal 1140 circa. Attraverso i secoli, la famiglia acquisì nuovi territori in Moravia e Austria e fece parte prima del Sacro romano impero e poi dell'impero asburgico.
Solo nel 1712 la famiglia ottenne la contea di Vaduz, attuale territorio a cui oggi associamo il nome Liechtenstein e fu durante le invasioni napoleoniche (1806) che il principato divenne indipendente e dal 1868 non fu più vincolato in alcun modo alla Confederazione germanica.
Finalmente emancipato dagli antichi oppressori, il principato decise di volgere lo sguardo alla confinante Svizzera, alla quale confidò la propria difesa armata, entrò in Unione doganale con la stessa e ne adottò la medesima moneta.

La grande crisi finanziaria all'alba del nuovo secolo colpì duramente anche la Svizzera e allora il Liechtenstein ebbe l'audace idea di varare una legislazione che permettesse il segreto sui clienti e sui conti bancari. Da allora il minuscolo stato è conosciuto come un paradiso fiscale.
Dopo la seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia, espropriò la totalità dei possedimenti ereditari della dinastia dei Liechtenstein in Boemia e Moravia.  Tali espropriazioni sono ancora oggi discusse presso la Corte internazionale di giustizia.

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