Titolo: Anna Bolena, una questione di famiglia
Autrice: Hilary Mantel
Genere: Storico
Editore: Fazi Editore
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 506
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Consigliato: Nì.😐
Trama: Dopo
"Wolf Hall", romanzo che narra l'origine dell'Inghilterra moderna
attraverso gli occhi del discusso Thomas Cromwell, questo secondo capitolo
dell'opera dedicata all'epoca Tudor si apre nel 1535, quando il Segretario di
Stato di Enrico VIII è all'apice del suo potere. Le sue fortune sono infatti
cresciute insieme a quelle di Anna Bolena, la seconda moglie del re, per la
quale il sovrano ha chiuso i rapporti con la Chiesa di Roma e fondato quella
Anglicana. Ma la politica di corte sospinge l'Inghilterra in un isolamento
pericoloso e Anna fallisce in ciò che aveva promesso: dare alla luce un figlio
maschio…
Note: Vincitore
nel 2012 del prestigioso Man Booker Prize, premio letterario istituito nel 1968
e assegnato ogni anno al miglior romanzo scritto in inglese e pubblicato nel
Regno Unito, è il sequel di Wolf Hall, altro Man Booker Prize.
Opinione: Questo
corposo volume va letto dopo Wolf Hall, dove i personaggi sono già
(quasi) tutti presenti. Tuttavia l’autrice compone una lista di personaggi (i
membri delle varie famiglie, i cortigiani, perfino i fantasmi) per consentire
al lettore di districarsi in questo affresco storico ricchissimo di dettagli.
Un vero e proprio saggio storico romanzato dove l’attenzione alla fedeltà
storica è altissima e sapientemente mescolata all’elemento drammatico. Del
resto l’inserimento dei fantasmi ci fa subito immaginare qualcosa più simile a
una pièce di Shakespeare che a una biografia romanzata.
E se il primo
volume si concentrava sulle vicende del potente segretario del re Cromwell, in
questo secondo capitolo di una trilogia ancora incompiuta, attraverso Cromwell
scopriamo da vicino alcune delle vicende più tragicamente celebri della storia
inglese: la scissione dalla Chiesa cattolica e la condanna a morte di Anna
Bolena. L’autrice riesce a scavare nella psicologia di queste figure esistite
cinquecento anni fa e a farle rivivere davanti ai nostri occhi. Tutti sembrano
più veri del vero, non ci sono sconti per nessuno e il risultato è una galleria
di personaggi cupi e negativi di cui però cogliamo anche la fragilità e
l’umanità. Ecco che la Mantel riesce a infondere verosimiglianza in un
personaggio disumano e inverosimile come Enrico VIII, capace di far decapitare
la donna che per anni ebbe amato, corteggiato e idolatrato. Ma non c’è
parzialità nella penna della scrittrice, e neppure pietà: semplicemente lo
sguardo di quello che sembra un testimone coinvolto ma non succube. E poi c'è
Anna Bolena, una delle figure più tragiche della nostra storia: sarà compito
del lettore scoprire che immagine ne viene fuori.
Una pecca? Lo
stile, così apprezzato dalla critica britannica, è un melting pot di punti di
visti che rende la lettura, già appesantita dalla vastità di personaggi e
luoghi, tutt'altro che scorrevole ed è necessario un po' di tempo per entrare
nello spirito del libro. E, a mio parere, non è un problema da poco.
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