Oggi è domenica, tempo di svago, dunque svaghiamoci viaggiando.
Proseguiamo con la nostra visita di Versailles e in particolare qui vorrei parlare non più della celebrerrima reggia, ma delle
“dependance” nei giardini, sebbene sia riduttivo chiamarle così visto che si tratta di vere e proprie residenze a parte.
Per visitare bene questi spazi
immensi occorre almeno una giornata.
Ciò che viene definito parco, è
il grande terreno circostante il Grand Canal, e l’accesso è gratuito.
Se volete visitare i Trianon e il
villaggio di Maria Antonietta avete 2 possibilità: il biglietto Passeport o
quello “Chateaux de Trianon et Domaine de Marie Antoinette”. Dunque se avete
poco tempo e volete vedere bene solo questa parte, vi consiglio di acquistare
solo quest’ultimo, on-line o direttamente agli ingressi, che come potete
vedere, sono ben lontani dall’ingresso principale della reggia.
Noi cominciamo il nostro tour dal
Petit Trianon, il più vicino anche venendo dalla reggia (a piedi quaranta
minuti, in trenino una ventina di minuti). Davanti al cancello vi è una piazza,
l’ingresso è a sinistra del palazzo, e si passa per un cortile molto semplice:
attenzione a non perdervi la cappella, nascosta proprio lì in mezzo, sulla
sinistra. Un gioiello neoclassico di bianca purezza ed eleganza.
Cappella, foto personale |
Ecco poi che entrerete finalmente
nel Petit Trianon, il luogo più privato di Maria Antonietta, dove erano ammessi
solo i suoi amici più intimi. Semplice e armonico negli esterni quanto negli
interni per ciò che riguarda l’architettura, è arredato comunque nello sfarzoso
rococò dei tempi. È stato abitato da altre donne celebri, come ad esempio
Paolina Bonaparte, ma quella che vediamo attualmente è la sistemazione
risalente ai tempi di Maria Antonietta.
Lasciato il Petit Trianon si
arriva così nei giardini privati della regina, costellati di padiglioni
recentemente restaurati. Ad esempio il Pavillion frainçais, costruito sotto
Luigi XV per Madame de Pompadour e poi passato a Maria Antonietta come luogo di
svago. Fu qui ad esempio che la regina ricevette suo fratello Giuseppe II,
l’imperatore d’Austria. Saccheggiato durante la rivoluzione, trasformato in
café, hotel, circo, e poi tornato a risplendere sotto Maria Luisa, moglie di
Napoleone.
Esterni del Pavillion français, foto personale |
Pavillion français, interni. Foto personale |
C’è anche il pavillion frais,
“padiglione fresco”, dove si assaggiavano i prodotti dell’orto. Lasciato cadere
in rovina alla rivoluzione, raso al suolo da Napoleone, è stato ricostruito solo
nel 2010.
Pavillion frais, esterno. Foto personale |
Pavillion français, interno. Foto personale |
Troverete poi una casetta
qualunque che stona un po’ con il resto: in realtà è il delizioso teatro privato
di Maria Antonietta, usato per mettere in scena le opere che più le piacevano.
Con un normale biglietto è possibile solo affacciarsi: ma la magia è
assicurata.
Théatre de la reine, foto personale |
Théatre de la reine, interno. Foto personale |
Lasciati i simmetrici giardini
alla francese entrerete nel giardino inglese: alcuni albero preannunciano una
salita montuosa: vi siete mai chiesti com’è questo romantico padiglione in cima
a una cascata con grotta? Eccolo: lo vedrete sbirciando dalle finestre dopo
aver attraversato la cascata.
Le Rocher, foto personale, come tutte le successive. |
Di fronte, a circa 200 metri, c’è il Tempio
dell’amore. Nel giardino all’inglese non mancano bonsai e piante da tutto il
mondo e qua e là qualche panchina per godersi la quiete del luogo.
È
stupefacente infatti come, lasciato il caos della reggia di Versailles, si
arrivi in questa zona dove i passi dei pochi turisti sono accompagnati solo dal
cinguettio degli uccelli. Finché non arriverete al villaggio, L’Hameau de la
Reine: qui sentirete anche le pecore, le capre, gli asini e i maiali. Ma
attenzione: non tutte queste deliziose case dal tetto di paglia in perfetto
stile normanno sono fattorie: il budoir
ad esempio, era così chiamato perché era appunto un salottino. Erano 12 le
casette costruite, oggi ne rimangono 10. L’edificio più grande, la Maison de la
Reine, era quello dove c’era una grande sala da pranzo e diverse sale da
giochi. Purtroppo dentro non è ancora visitabile, ma quest’anno dovrebbe essere
aperta al pubblico con un arredamento che rievoca quello dei tempi dell’ultima
regina. Ne riparleremo!
E ancora c’è la torre della
pescheria, ai cui piedi partivano le barche dei pescherecci o dei visitatori che
percorrevano il grande lago oggi popolato da carpe e anatre.
Questo edificio e tutti gli altri
(la colombaia, la latteria, ecc) sono datati 1783: dunque Maria Antonietta ebbe
nemmeno sei anni per goderseli prima di essere travolta dalla furia
rivoluzionaria. E non dimentichiamo che pure Richard Mique, l’abile architetto
che trasformò in realtà i sogni edilizi della regina, fu decapitato con il
figlio dai rivoluzionari.
Eppure passeggiando in questi
luoghi i sentimenti che si provano sono pace e armonia. Quella pace e
quell’armonia che l’ultima regina di Francia cercava così disperatamente fin da
ragazzina e che non trovò mai.
Se ancora tutto questo non vi
basta, c’è da visitare, incluso nel prezzo, il meraviglioso Grand Trianon, con
il suo porticato di marmo e la sua infilata di stanze. Ma quell’edificio evoca
altri nomi e altre storie, perciò è giusto parlarne in un altro articolo.
Avvertenze: chiuso il lunedì
Tempi consigliati: almeno mezza
giornata per i Trianon e i giardini
Prezzi:
25 € Biglietto
per due giorni con accesso a Palazzo, Trianon e villaggio di Maria Antonietta
20 € :
Biglietto per un giorno con accesso a Palazzo, Trianon e villaggio di Maria
Antonietta
12€: Accesso
giornaliero ai Trianon e villaggio di Maria Antonietta
Periodo: da aprile a settembre
Dove acquistare: in biglietteria
e qui.
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