domenica 8 aprile 2018

Addio mia regina



Regia: Benoît Jacquot
Anno:2012
Durata: 100 minuti
Su Netflix:No
Genere: dramma in costume
Consigliato: Nì  😐

TRAMA
Versailles, 14 luglio 1789: Sydonie Laborde (Léa Seydoux), prima lettrice della biblioteca personale di Maria Antonietta (Diane Kruger) come ogni mattina si reca dalla sovrana di Francia per leggerle qualcosa, ma tra i servitori gira la voce che qualcosa sia accaduto alla Bastiglia. Seguiremo le gesta della ragazza nei tre giorni successivi, finché la Regina non le chiederà un favore molto alto: quello di fingersi la sua favorita, ovvero la Contessa Polignac (Virginie Ledoyen).

COMMENTO
Benoit Jacquot adatta l'omonimo romanzo di Chantal Thomas stravolgendone la natura di diario in flashback per trasformarlo in una cronaca degli ultimi giorni a Versailles prima della Rivoluzione francese, visti dal punto di vista inedito di una serva.

Jacquot inoltre toglie ogni discrezione presente nelle pagine del romanzo e rende esplicita ogni cosa: la tensione, l’erotismo e l’aspetto romanzesco. Il regista così prende una posizione ben precisa e firma un film molto personale,
volutamente imparziale, spesso inverosimile e inevitabilmente antistorico.
Nella sua versione della storia infatti il pettegolezzo diventa realtà storica: Maria Antonietta è dipinta come una donna del tutto innamorata e succube della Contessa di Polignac. Molto forte la scena in cui la regina entra nella camera della favorita per guardarla dormire nuda: nella realtà non sarebbe mai potuto succedere (l'etichetta, le guardie, gli orari)...

Riuscita è però l'intenzione di mostrare un mondo immobile incapace di reagire di fronte al dramma: Versailles sembra una grande nave che affonda con i passeggeri troppo spaventati per saltare sulle scialuppe. 
La tensione e l'angoscia è palpabile per tutto il film, grazie all'uso di una camera a mano che si muove con la protagonista (e che può risultare alla fine fastidiosa) e una musica cacofonica, a volte assordante.
Buona pure la fotografia, ma l'aspetto migliore è l'ottima interpretazione di Léa Seydoux. Fatica un po' invece Diane Kruger: bellissima, ma intrappolata in un personaggio bidimensionale al quale la sceneggiatura non offre molte possibilità. Lo stesso vale per una sprecatissima Virginie Ledoyen, da anni lontana da produzioni internazionali: l'avevamo lasciata dolce e innocente in The Beach di Danny Boyle e 8 donne e un mistero di François Ozon, 2001 e la ritroviamo negli scabrosi panni di un personaggio ambiguo mal approfondito. Fanno più bella figura il regista Xavier Beauvois (Uomini di Dio) nelle vesti di Luigi XVI e la regista e attrice Néomie Lvovsky in quelli della "mitica" M.me Campan, personaggio che tutti gli appassionati del periodo conoscono per le sue preziosissime memorie.

Da guardare insieme a Marie Antoinette di Sofia Coppola, che si concentrava sui primi anni di regno della sovrana più famosa della storia di Francia: i due film non potrebbero essere più diversi e distanti fra loro.

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