Regia:
Benoît Jacquot
Anno:2012
Durata: 100
minuti
Su
Netflix:No
Genere:
dramma in costume
Consigliato:
Nì 😐
TRAMA
Versailles,
14 luglio 1789: Sydonie Laborde (Léa Seydoux), prima lettrice della biblioteca
personale di Maria Antonietta (Diane Kruger) come ogni mattina si reca dalla
sovrana di Francia per leggerle qualcosa, ma tra i servitori gira la voce che
qualcosa sia accaduto alla Bastiglia. Seguiremo le gesta della ragazza nei tre
giorni successivi, finché la Regina non le chiederà un favore molto alto:
quello di fingersi la sua favorita, ovvero la Contessa Polignac (Virginie
Ledoyen).
COMMENTO
Benoit
Jacquot adatta l'omonimo romanzo di Chantal Thomas stravolgendone la natura di
diario in flashback per trasformarlo in una cronaca degli ultimi giorni a
Versailles prima della Rivoluzione francese, visti dal punto di vista inedito
di una serva.
Jacquot
inoltre toglie ogni discrezione presente nelle pagine del romanzo e rende
esplicita ogni cosa: la tensione, l’erotismo e l’aspetto romanzesco. Il regista
così prende una posizione ben precisa e firma un film molto personale,
volutamente imparziale, spesso inverosimile e inevitabilmente antistorico.
Nella sua
versione della storia infatti il pettegolezzo diventa realtà storica: Maria
Antonietta è dipinta come una donna del tutto innamorata e succube della
Contessa di Polignac. Molto forte la scena in cui la regina entra nella camera
della favorita per guardarla dormire nuda: nella realtà non sarebbe mai potuto
succedere (l'etichetta, le guardie, gli orari)...
Riuscita è
però l'intenzione di mostrare un mondo immobile incapace di reagire di fronte
al dramma: Versailles sembra una grande nave che affonda con i passeggeri
troppo spaventati per saltare sulle scialuppe.
La tensione
e l'angoscia è palpabile per tutto il film, grazie all'uso di una camera a mano
che si muove con la protagonista (e che può risultare alla fine fastidiosa) e
una musica cacofonica, a volte assordante.
Buona pure
la fotografia, ma l'aspetto migliore è l'ottima interpretazione di Léa Seydoux.
Fatica un po' invece Diane Kruger: bellissima, ma intrappolata in un
personaggio bidimensionale al quale la sceneggiatura non offre molte
possibilità. Lo stesso vale per una sprecatissima Virginie Ledoyen, da anni
lontana da produzioni internazionali: l'avevamo lasciata dolce e innocente in
The Beach di Danny Boyle e 8 donne e un mistero di François Ozon, 2001 e la
ritroviamo negli scabrosi panni di un personaggio ambiguo mal approfondito.
Fanno più bella figura il regista Xavier Beauvois (Uomini di Dio) nelle vesti
di Luigi XVI e la regista e attrice Néomie Lvovsky in quelli della "mitica"
M.me Campan, personaggio che tutti gli appassionati del periodo conoscono per
le sue preziosissime memorie.
Da guardare
insieme a Marie Antoinette di Sofia Coppola, che si concentrava sui primi anni
di regno della sovrana più famosa della storia di Francia: i due film non
potrebbero essere più diversi e distanti fra loro.
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