venerdì 9 marzo 2018

Olympe de Gouges, la prima femminista?



 La liberté guidant le peuple, Eugène Delacroix, 1830, Musée du Louvre

È stata forse Olympe de Gouges (1748-1793) la prima femminista della storia?

Di certo è l’autrice di uno dei testi più importanti per l’emancipazione della donna e delle minoranze e tutti dovremo ricordarla anche perché per queste stesse idee di uguaglianza e democrazia venne giustiziata.

Prima di parlare della sua storia però, riporto alcuni articoli presente nel testo da lei pubblicato nel 1791, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina:

 

Art. I: “La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilità comune”.


Articolo VI: “La legge deve essere l'espressione della volontà generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concorrere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, alla sua formazione. Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali, devono essere ugualmente ammissibili ad ogni dignità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei loro talenti..”


Art X: “Nessuno deve essere perseguitato per le sue opinioni, anche fondamentali; se la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna; a condizione che le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla legge”.


Articolo XIII: “Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incombenze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche delle dignità e dell'industria”.



Scritta nel lontano 1791 questa lista di diritti da una parte ci sconvolge perché ci fa riflettere su quanta poca considerazione potessero avere ai tempi le donne, ma allo stesso tempo ci stupisce perché la meritocrazia e l’uguaglianza qui evocata non esiste ancora oggi.

Ma facciamo un passo indietro: Olympe nasce Marie Gouze, origini abbastanza umili, un matrimonio a 14 anni con un uomo che non ama. Rimasta vedova molto giovane, si reinventa: va a Parigi, assume uno pseudonimo nobile e grazie alla sua parlantina si inserisce nei salotti parigini, tanto da diventare una protégée dell’amante di Filippo d’Orléans.

Crea una sua compagnia teatrale, per la quale scrive oltre 70 pièce in pochi anni: le sue opere però spesso creano scandalo a causa dei temi trattati: la schiavitù dei neri, i matrimoni forzati, le vocazioni forzate…

Vuole insomma attirare l’attenzione del pubblico sull’ipocrisia e l’ingiustizia della società e nonostante qualche polemica, riesce a entrare alla prestigiosa Comédie française, istituzione per lo più maschile e presto si lamenta del trattamento poco rispettoso che le riservano i colleghi maschi.

Risultato? Condannata alla reclusione alla Bastiglia! Per fortuna i suoi potenti amici intercedono e le evitano la prigionia.

Nel 1789 scoppia la rivoluzione e Olympe firma libelli e partecipa ad assemblee per affermare l’importanza della partecipazione della donna nella vita politica. Sfila in tanti cortei, e nel 1791, pubblica “La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina con dedica a Maria Antonietta. Infatti lei difende i sovrani, fino all’ultimo e si opporrà alla loro esecuzione: per questo verrà ghigliottinata a sua volta. Il «Moniteur», la testata più importante, scrisse dopo la sua morte: “Olympe de Gouges volle essere un uomo di Stato, sembra che la legge abbia punito questa cospiratrice per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”.

Olympe sognava una rivoluzione ottenuta con la filosofia e il dialogo e pertanto inorridiva di fronte agli spargimenti di sangue, ma la rivoluzione non conosceva altro modo di sistemare le cose.



Letture consigliate:

  •  Olympe de Gouges e i diritti della donna, 2005, Sophie Mousset e A. R. Galeone, Argo
  •  La musa barbara. Scritti politici (1788-1793), 2009, Olympe de Gouges, (a cura di Franca Zanelli Quarantini), Medusa.

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