È stata
forse Olympe de Gouges (1748-1793) la prima femminista della storia?
Di certo è l’autrice
di uno dei testi più importanti per l’emancipazione della donna e delle
minoranze e tutti dovremo ricordarla anche perché per queste stesse idee di
uguaglianza e democrazia venne giustiziata.
Prima di
parlare della sua storia però, riporto alcuni articoli presente nel testo da
lei pubblicato nel 1791, Dichiarazione
dei diritti della donna e della cittadina:
Art. I: “La
Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali
possono essere fondate solo sull'utilità comune”.
Articolo VI:
“La legge deve essere l'espressione della volontà generale; tutte le Cittadine
e i Cittadini devono concorrere personalmente, o attraverso i loro
rappresentanti, alla sua formazione. Tutte le cittadine e tutti i cittadini,
essendo uguali, devono essere ugualmente ammissibili ad ogni dignità, posto e
impiego pubblici secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle
delle loro virtù e dei loro talenti..”
Art X: “Nessuno
deve essere perseguitato per le sue opinioni, anche fondamentali; se la donna
ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di
salire sulla Tribuna; a condizione che le sue manifestazioni non turbino
l'ordine pubblico stabilito dalla legge”.
Articolo
XIII: “Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese
dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; essa
partecipa a tutte le incombenze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere
la sua parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche delle
dignità e dell'industria”.
Scritta nel
lontano 1791 questa lista di diritti da una parte ci sconvolge perché ci fa
riflettere su quanta poca considerazione potessero avere ai tempi le donne, ma
allo stesso tempo ci stupisce perché la meritocrazia e l’uguaglianza qui
evocata non esiste ancora oggi.
Ma facciamo
un passo indietro: Olympe nasce Marie Gouze, origini abbastanza umili, un
matrimonio a 14 anni con un uomo che non ama. Rimasta vedova molto giovane, si
reinventa: va a Parigi, assume uno pseudonimo nobile e grazie alla sua
parlantina si inserisce nei salotti parigini, tanto da diventare una protégée
dell’amante di Filippo d’Orléans.
Crea una sua
compagnia teatrale, per la quale scrive oltre 70 pièce in pochi anni: le sue
opere però spesso creano scandalo a causa dei temi trattati: la schiavitù dei
neri, i matrimoni forzati, le vocazioni forzate…
Vuole
insomma attirare l’attenzione del pubblico sull’ipocrisia e l’ingiustizia della
società e nonostante qualche polemica, riesce a entrare alla prestigiosa
Comédie française, istituzione per lo più maschile e presto si lamenta del
trattamento poco rispettoso che le riservano i colleghi maschi.
Risultato?
Condannata alla reclusione alla Bastiglia! Per fortuna i suoi potenti amici
intercedono e le evitano la prigionia.
Nel 1789
scoppia la rivoluzione e Olympe firma libelli e partecipa ad assemblee per
affermare l’importanza della partecipazione della donna nella vita politica. Sfila
in tanti cortei, e nel 1791, pubblica “La dichiarazione dei diritti della donna
e della cittadina con dedica a Maria Antonietta. Infatti lei difende i sovrani,
fino all’ultimo e si opporrà alla loro esecuzione: per questo verrà ghigliottinata
a sua volta. Il «Moniteur», la testata più importante, scrisse dopo la sua
morte: “Olympe de Gouges volle essere un uomo di Stato, sembra che la legge
abbia punito questa cospiratrice per aver dimenticato le virtù che convengono
al suo sesso”.
Olympe sognava
una rivoluzione ottenuta con la filosofia e il dialogo e pertanto inorridiva
di fronte agli spargimenti di sangue, ma la rivoluzione non conosceva altro
modo di sistemare le cose.
Letture
consigliate:
- Olympe de Gouges e i diritti della donna, 2005, Sophie Mousset e A. R. Galeone, Argo
- La musa barbara. Scritti politici (1788-1793), 2009, Olympe de Gouges, (a cura di Franca Zanelli Quarantini), Medusa.
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