LE REGOLE DEL CAOS
Regia: Alan Rickman
Anno: 2014
Durata: 117 minuti
Su Netflix: no
Genere: dramma in costume
Consigliato: Nì 😐
Consigliato: Nì 😐
TRAMA
André Le Nôtre è uno dei più
importanti e famosi architetti botanici della storia: suoi i giardini che da
oltre trecento anni adornano Versailles e le Tuileries, tanto per citarne
alcuni. È a lui che si deve quello che è definito il giardino alla francese,
ovvero armonico, razionale, geometrico, curato: il contrario di quello all’inglese.
Nel film lo vediamo alla ricerca
di un collaboratore: la scelta cadrà su una donna, di cui tra l’altro aborra le
idee poiché lei è per una visione più caotica (quasi un’anticipatrice del
giardino romantico all’inglese) lui invece per il rigore e l’armonia proprie
dell’età classica.
Naturalmente sboccerà l’amore.
COMMENTO
Non ci sono regine in questo film, ma vale la pena parlarne per l'ambientazione, Versailles (tuttavia è stato girato interamente in Inghilterra) e per l'occasione, sprecata, di aver messo in scena la corte del Re Sole.
Non ci sono regine in questo film, ma vale la pena parlarne per l'ambientazione, Versailles (tuttavia è stato girato interamente in Inghilterra) e per l'occasione, sprecata, di aver messo in scena la corte del Re Sole.
Strana figura quella di Luigi XIV: tanti film ce l'hanno mostrato, ma la maggior parte ne ha dato una visione fantasiosa (La maschera di ferro) oppure è stato relegato in secondo o terzo piano, perché di fronte alla sua favolosa corte perfino le sue amanti (L'allée du roi, serie tv), il suo cuoco (Vatel), il suo coreografo (Le roi danse) sono degni di essere protagonisti di un film. Perché non fare dunque anche un film sul suo giardiniere?
Il problema, come nei casi precedenti, è
la mancanza di un target preciso: gli amanti di
giardinaggio, quelli dell’ancien régime o ancora quelli dei melodrammi
in costume?
In effetti il
melodramma c’è, anche se con un dramma francamente indesiderato e
inopportuno che non fa altro che rallentare il ritmo e l’equilibrio di
un film di per sé già senza ritmo ed equilibrio. C'è poi il coté femminista: una donna indipendente che vive del proprio lavoro e che riesce tenere testa agli uomini in una società maschilista e patriarcale come quella del Seicento. Un'eroina, praticamente. Se non fosse che, per i tempi, nessuna donna purtroppo si sarebbe potuta comportare in tal modo. E questo toglie qualsiasi verosimiglianza al film. Ma soprassediamo e andiamo oltre...
Il risultato è un film in costume coraggioso che esce
poco dopo il tricentenario (1713) del grande
giardiniere/architetto/paesaggista, anniversario che ha
dato vita a numerose iniziative a Versailles. L’ispirazione deve essere venuta
da lì, peccato che il film non sia un tributo all’artista e alla sua opera: non
c’è traccia dei suoi lavori o di fatti biografici accertati. Tutta la pellicola ruota
intorno alla costruzione di un unico giardino, tutt’ora visitabile a Versailles
tra l’altro, che appare nell’ultimo minuto del film ma ahimé ricostruito in
studio e al computer poiché le riprese si sono svolte interamente in Regno
Unito e, a volte, si nota.
Il regista, il compianto Alan Rickman che per noi tutti rimarrà sempre il Piton di Harry Potter, si è ritagliato anche
il ruolo di Luigi XIV, non troppo macchiettistico, gli va riconosciuto, ma piuttosto
inverosimile, così come lo sono molte scene.
Questo è il problema del film:
non è un biopic di Le Nôtre, non è un omaggio alla sua opera e per lo più si
prende tantissime libertà mettendo in scena una catena di scene improbabili:
dall’assunzione della donna giardiniera al dialogo tra quest’ultima e il re che
in un attimo di sconforto si improvvisa un comune cittadino che si confida con
la prima venuta, per non parlare della cerchia della favorita del Re Sole che
accoglie la giardiniera e le confida i propri segreti.
Abbiamo la seducente e intrigante marchesa di Montespan, il pettegolo fratello gay del re (Stanley Tucci) con la sua loquace e sarcastica consorte, ma le loro apparizioni non sono gustoste come potrebbero.
Un’occasione sprecata insomma, considerato quanti spunti poteva fornire il lavoro di questo artista e lo sfondo della corte più intrigante e seducente d’Europa.
Il protagonista è interpretato da Matthias Schoenaerts (ora al cinema con Red Sparrow), lontanissimo, fisicamente parlando, dal vero Le Nôtre.
Un’occasione sprecata insomma, considerato quanti spunti poteva fornire il lavoro di questo artista e lo sfondo della corte più intrigante e seducente d’Europa.
Il protagonista è interpretato da Matthias Schoenaerts (ora al cinema con Red Sparrow), lontanissimo, fisicamente parlando, dal vero Le Nôtre.
Peccato poi per Kate Winslet:
brava, per carità, ma alle prese con un personaggio e un film che non le rende
giustizia.
Più interessante vedere Alan Rickman nel ruolo del Re Sole, anche perchè questa rimane la sua ultima apparizione, senza dimenticare che in questo film si confronta anche con la sceneggiatura, scritta a sei mani e possiamo dire che nella sua triplice veste di regista, attore e sceneggiatore, se la cava meglio come attore.
Non mi sento quindi di bocciarlo, perchè resta comunque una visione che in qualche modo ci proietta nel favoloso mondo di Versailles.
Più interessante vedere Alan Rickman nel ruolo del Re Sole, anche perchè questa rimane la sua ultima apparizione, senza dimenticare che in questo film si confronta anche con la sceneggiatura, scritta a sei mani e possiamo dire che nella sua triplice veste di regista, attore e sceneggiatore, se la cava meglio come attore.
Non mi sento quindi di bocciarlo, perchè resta comunque una visione che in qualche modo ci proietta nel favoloso mondo di Versailles.
Il boschetto della sala da ballo come appare nel film |
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