mercoledì 20 giugno 2018

Caterina de' Medici: la regina di sangue


1572: per consolidare la pace tra cattolici e protestanti Maria decide di sacrificare la figlia Marguerite alla causa di Stato e darla in sposa all'erede della famiglia nobile ugonotta (cioè protestante) dei Navarra. Peccato che lei fosse innamorata di Enrico di Guisa, figlio del'intransigente cattolico Guisa ucciso pochi anni prima da un fanatico protestante.
Niente da fare: Margherita deve sposare il protestante.
La madre di quest'ultimo pone come condizione perfino la conversione di Margherita, ma questa rifiuta. Lei rimarrà cattolica, lui protestante. Durante la loro messa nuziale lei entrerà a Notre-Dame, lui rimarrà sul sagrato.
Il mondo cattolico intero è contro a questa unione ma Caterina sa che è l'unico modo per conciliare una Francia divisa. 
Margherita ed Enrico di Navarra

Nel frattempo Carlo IX ha cominciato a dimostrare finalmente qualche ambizione politica e si sceglie come consigliere Coligny, capo del partito protestante, presto vittima di un attentato dal quale esce miracolosamente illeso.
Chi è il mandante? Gli ultracattolici Guisa che non accettano l'influenza politica di un protestante o la stessa Caterina, consapevole che questa influenza avrebbe portato a una guerra contro la cattolica Spagna? 

Non lo sapremo mai...
Caterina e i suoi consiglieri quindi mettono al corrente il figlio di un grande complotto ugonotto che mira a sterminare l’intera famiglia reale durante i festeggiamenti del matrimonio tra Enrico di Navarra e Margherita.
Se questo complotto ci fosse o meno, è un'altra questione che non sapremo mai con certezza; ma di certo, dopo il tentativo fallito di eliminare Coligny, il partito ugonotto è furioso e desideroso di vendetta.
Così Carlo IX usa il matrimonio della sorella come esca: tutti i più importanti nobili e militari protestanti sono al Louvre, non sarebbe stato difficile eliminarli. Sono gli stessi Enrico di Guisa e il fratello del re a instigare una rappresaglia ma la situazione sfugge di mano: quella che doveva essere l'eliminazione di pochi uomini scelti (compreso Coligny, per grande dispiacere del re), si arriva al massacro di qualcosa come 10.000 o 30.000 innocenti, compresi donne e bambini in quella notte del 24 agosto del 1572, passata alla storia come la notte sanguinosa di San Bartolomeo.
Qualche giorno dopo il re si presenta al Consiglio per giustificarsi dicendo che “era stato costretto a intervenire per bloccare una congiura”.



Ma torniamo a Margherita, la più bella delle figlie di Caterina, che è sposata da pochi giorni a Enrico di Navarra, un uomo di aspetto e modi sgradevoli, per di più nemico dell'igiene personale. Quando durante la notte di San Bartolomeo Margherita vede nella sua stanza una cinquantina di ugonotti spaventati per la loro sorte, scatta in lei il desiderio di difendere quel marito, in fondo una vittima sacrificale proprio come lei. Non era stato pure lui costretto dalla madre a sposare una donna di una religione diversa?
Perciò quando Caterina si affretta a domandare alla figlia se il matrimonio fosse stato consumato, poiché in caso contrario poteva ancora essere annullato, Marguerite decide di stare dalla parte del marito: capisce che se Enrico non è più suo marito, rischia di essere eliminato nell'arco di pochissimo tempo.
Il significato delle loro nozze non era più molto chiaro: gesto per riconciliare le due religioni di Francia o premeditato annientamento dei protestanti?
Anche questa è una domanda, l'ennesima, a cui non avremo mai una risposta.
Quel che è certo è che al mattino seguente alla notte di San Bartolomeo un centinaio di cadaveri giacevano nel cortile del Louvre e altri erano stati gettati nella Senna.
Debat Ponsan, Caterina de' Medici al Louvre all'indomani di San Bartolomeo.
Nemmeno sul numero di morti c'è chiarezza: chi dice 5.000, chi 30.000. Sicuramente sulla coscienza di Caterina, la figlia di banchieri fiorentini arrivata in Francia 30 anni prima, grava una pesantissima responsabilità, ma tutt'ora non possiamo sapere fino a che punto.

Fu lei a innescare il tutto, volendo eliminare il troppo influente Coligny e poi alzare la posta per giustificare il gesto e inventando l'esistenza di un complotto? O furono i Guisa a volerlo eliminare e liberarsi finalmente dei tanti odiati protestanti?
Il matrimonio di Margherita fu tentativo di riconciliazione o una terribile esca?

Su Caterina cominciarono a circolare voci terribili: non era stata lei a far avvelenare (regalandole dei guanti) la madre di Enrico di Navarra, per facilitare il matrimonio con la figlia?

Nel 1575 si diffuse poi in tutta Europa, tradotto in più lingue, un libello che recitava: “Non aspettiamoci da lei che rovina e scelleratezze…è nella sua natura di non poter aver pace senza fare del male. E dirò di più, che mai donna governò il nostro regno senza portarvi la sciagura”.

Sono chiaramente versi misogini.
E la misoginia ha guidato ogni studio su Caterina per quasi quattro lunghissimi secoli. A ciò va unita una grande dose di xenofobia: sarà un caso che proprio i francesi siano stati i più accaniti accusatori nei confronti di Maria de’ Medici, Maria Antonietta o Maria Luisa, colpevoli più che altro di essere straniere? 
L'Italia del resto, era vista come terra di doppiogiochisti, avvelenatori e "sodomiti" (l'omosessualità era definita "il vizio italiano").
Michelet e altri storici importanti ci hanno passato l'immagine di Caterina de' Medici doppiogiochista, vigliacca, perversa, persa ad ascoltare maghi e pronta a tutto, perfino al veleno per eliminare i propri rivali. In pratica l’emblema delle debolezze, perversioni e doppiezze tipiche del sesso femminile secondo il pensiero dominante di quei tempi, alle quali si aggiungeva il fatto di essere straniera e per di più figlia dell'uomo a cui Machiavelli aveva dedicato Il principe.

Gli storici moderni hanno rivalutato la sua figura e come ci fa notare Benedetta Craveri, Caterina de’ Medici in fondo per i suoi 30 lunghissimi ed estenuanti anni di regno cercò di difendere l’autorità reale e garantire una pace civile e religiosa e la sua politica, sempre tollerante e pacifica, crollò in una sola notte.

Lungi dal volerla definire completamente innocente ed estranea ai fatti, bisogna essere consapevoli che spesso la sua figura è stata presentata in modo tutt'altro che imparziale.

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